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“Avevamo vent’anni, forse meno” — testimonianze partigiane

24 Aprile 2021

Un libro corale di testimonianze dirette dell’antifascismo e della resistenza fiorentina con le voci di Leandro Agresti, Pierino Banchelli, Marino Bausi, Ugo Bencini, Giuliano Comparini, Renzo Funosi, Enzo Michelini, Franco Pampaloni, Renzo Parretti, Alfio Tabani e Aurelio Vichi.
Con una introduzione di Silvano Sarti e la premessa di Matteo Mazzoni, direttore Istituto Storico della Resistenza in Toscana.
Liberamente disponibile in formato digitale.

Scarica “Avevamo vent’anni, forse meno” in formato PDF.

Senza la percezione delle proprie radici, un popolo, come un singolo individuo, perde il proprio orizzonte. Passato e presente si intrecciano in una reciproca contaminazione. Conoscere il primo significa avere più elementi per riflettere sul secondo. In particolare, le memorie e la Storia del secondo conflitto mondiale e della guerra di Liberazione, per la rilevanza avuta nelle vicende del nostro Paese, sono essenziali per comprendere origine e valore della democrazia italiana, e restano la pietra angolare su cui fondare la Repubblica e una cittadinanza consapevole degli italiani.” — dalla prefazione di Matteo Mazzoni

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Clima d’odio e intolleranza a Firenze

13 Novembre 2019

Una sequenza inquietante. L’atto vandalico contro la targa dedicata alla memoria di Idy Diene sul Ponte Vespucci domenica, l’aggressione al giovane rifugiato nigeriano nel sottopasso delle Cure, e l’arresto di un gruppo di estremisti razzisti che stava pianificando un assalto al centro islamico di Colle Val d’Elsa. Aggressioni omofobe, razziste, violente sono inaccettabili.
La già preoccupante serie di fatti denunciati in varie parti del paese, evidenziano un crescente clima di tensione che attraversa purtroppo anche Firenze. Noi non ci arrendiamo all’idea che la nostra città finisca in questo vortice di violenza e per questo ci impegneremo sempre nel costruire una realtà diversa e migliore, partendo dalle nostre esperienze di aggregazione, solidarietà e dialogo sul territorio.

Apprendiamo con piacere l’annunciato ricollocamento della targa per Idy Diene da parte di un “anonimo benefattore” come confermato ieri dall’assessore Cristina Giachi, così come l’istituzione di un tavolo e un patto sociale contro il razzismo annunciato dal Sindaco Nardella, che le associazioni firmatarie avevano chiesto già da marzo scorso.

Chiediamo che il 13 dicembre, anniversario della strage di piazza Dalmazia, diventi l’occasione per una mobilitazione e una riflessione che parta da Firenze e che abbia una dimensione nazionale, per condividere azioni concrete contro il clima di odio e intolleranza e perché Firenze diventi l’esempio da seguire per altre città italiane.

Invitiamo intanto il Comune e tutta la popolazione al presidio che si terrà sabato 16 novembre alle ore 15 sul Ponte Vespucci.

Associazione dei Senegalesi di Firenze, ANPI Firenze, CGIL Firenze, Libertà e Giustizia Firenze, Anelli Mancanti, I Participate, Associazione Donne Maghreb, Umani per Resistere, Comunità delle Piagge e tutte le associazioni aderenti ad A.N.G: Diaconia Valdese Fiorentina, Cooperativa Sociale C.A.T., Associazione “Progetto Accoglienza” Borgo San Lorenzo, COSPE onlus, Oxfam Italia Intercultura, Legacoop Toscana – Dipartimento Welfare, Arci Firenze, Associazione Progetto Arcobaleno, Consorzio Sociale Martin Luther King, Misericordia Barberino-Tavarnelle, Associazione Le C.A.S.E. Onlus, C.N.C.A. Toscana, Cooperativa Sociale Pane e Rose, Consorzio Metropoli società cooperativa sociale a r.l. , Alice cooperativa sociale, Gli Altri cooperativa sociale.

Imbrattata la targa sul Ponte Vespucci dedicata a Idy Diene

10 Novembre 2019

Questa mattina Firenze si è svegliata con un brutto colpo al proprio animo democratico, solidale e antirazzista, un colpo inaccettabile. Alcuni ignoti hanno sfregiato e ricoperto con dello spray nero la targa dedicata a Idy Diene sul Ponte Vespucci, targa realizzata dalla rete antirazzista fiorentina e che era stata affissa durante le iniziative per il primo anniversario della terribile morte di Idy, avvenuta per mano razzista e assassina, quella di Roberto Pirrone, il 5 marzo 2018.

Il clima di tensione che l’estrema destra, fascista e razzista, sta diffondendo nelle nostre città ormai da tempo non è più tollerabile. In pochissimi giorni Roma, Verona e Firenze sono state colpite da una serie di gesti chiaramente riconducibili a movimenti e pensieri di stampo fascista. A Roma, nel quartiere di Centocelle, sono state date alle fiamme la libreria “La pecora elettrica” e il “Baraka Bistrot”, luoghi di cultura, antifascismo e partecipazione; a Verona, dopo una serie di minacce e dopo gli ennesimi cori razzisti nei confronti di un giocatore di colore, Mario Balotelli, l’estrema destra della città ha messo una bomba carta sotto l’automobile di CIBO, lo street artist che cancella dai muri svastiche e croci celtiche ricoprendole con allegri disegni; oggi, a Firenze, siamo arrivati al punto di dover assistere allo sfregio di una targa che ricorda un omicidio razzista realizzato a sangue freddo.

A quanto sopra descritto bisogna aggiungere le minacce e le offese ricevute da una cittadina onoraria di Firenze, la senatrice Liliana Segre. La misura è colma. Non possiamo più rimanere fermi, né limitarci alla condanna verbale sui social media o sui giornali.

Per questo, chiediamo a Dario Nardella, Sindaco di Firenze, e a tutta la Giunta Comunale di intraprendere rapidamente alcune misure concrete, che ribadiscano con forza il posizionamento antifascista, democratico e antirazzista della nostra città:

– L’intitolazione di un tratto del Ponte Vespucci a Idy Diene.

– L’immediato ripristino della targa intitolata a Idy nel luogo in cui è stata sfregiata.

– La non concessione del suolo pubblico alle organizzazioni che si rifanno ai principi del fascismo ubicate nel territorio fiorentino e la richiesta formale di sindaco e giunta di chiusura delle sedi fasciste alle istituzioni preposte.

Invitiamo inoltre tutta la Firenze antifascista a prendere posizione e a fare sentire la propria voce attraverso ogni canale disponibile, a sostenere le nostre richieste al Sindaco e alla Giunta, a partecipare con forza sia alle iniziative che verranno organizzate nei prossimi giorni, come gesto di ripulsa e di risposta rispetto all’atto intimidatorio appena verificatosi, sia a quelle che si terranno Venerdì 13 Dicembre 2019 in occasione del nono anniversario della strage di Piazza Dalmazia.

Per quanto ci riguarda e per quanto riguarda la nostra Costituzione, fascismo e razzismo non sono idee, ma reati. Riteniamo sia venuto il momento, prima di doversi rendere conto di essere arrivati in ritardo, che tutte le forze antifasciste delle nostre città – istituzionali e non – prendano posizione assieme contro questa inaccettabile escalation e lo facciano con azioni concrete e inequivocabili.

*

ARCI Firenze
ANPI Firenze
CGIL – Camera del Lavoro di Firenze
Libertà e Giustizia Firenze

25 Aprile 2019 – È festa in tutta la provincia di Firenze.

19 Aprile 2019

L’ANPI provinciale di Firenze, oltre alla partecipazione alle commemorazioni ufficiali in piazza della Signoria alle ore 10.30, organizza il consueto pranzo in Piazza Poggi.

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Le iniziative però sono presenti su tutto il territorio e non solo per il giorno 25.
Qui di seguito la lista completa.

Bagno a Ripoli

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Barberino del Mugello

Locandina 25 aprile 26 aprile tassinari Locandina 27 aprile

Borgo San Lorenzo

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Figline e Incisa Valdarno

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Firenze – Oltrarno

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Firenze – Ponte a Ema

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Firenze – Rifredi

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Firenze – San Jacopino

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Impruneta

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Lastra a Signa

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Londa

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Rufina

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San Casciano

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San Godenzo

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Signa

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Vicchio

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Vinci

25 aprile pranzo liberazione

Ubaldo Bocci, candidato a sindaco di Firenze non celebrerà il 25 Aprile

17 Aprile 2019

Il candidato a sindaco Ubaldo Bocci fa sapere che non festeggerà il 25 Aprile.
Il 25 Aprile, dice, è una festa ideologizzata.

Chissà se Bocci sa di essere candidato a sindaco di una città Medaglia d’Oro della Resistenza. Chissà se Bocci conosce almeno un poco la storia della Firenze di quei giorni.
Guardi, gentile signor Bocci, ci permetta di metterla giù semplice: o si sta con chi sceglie una società dove c’è una sola idea possibile e imposta con la violenza, oppure si sta con chi auspica e pratica una società dove la pluralità di pensiero è il valore fondante. O si sta dalla parte dei caporioni oppure si sta dalla parte dei perseguitati, dei deportati e di chi ha alzato la testa e li ha cacciati. O si sta con ciò che c’era prima della Liberazione oppure con ciò che c’è dopo.

Chi si candida a reggere la responsabilità istituzionale di una città come la nostra dovrebbe avere ben presente queste distinzioni, che prima che politiche o ideali sono distinzioni fra l’umano e il disumano.
Ognuno si schieri dalla parte che predilige, noi invitiamo tutta la cittadinanza alle feste popolari che a Firenze e provincia ricordano la fine della dittatura e l’inizio della democrazia.

Viva la Liberazione!

Emergenza Decreto Sicurezza

14 Gennaio 2019

Il 9 gennaio scorso i soggetti associativi e sindacali facenti parte del Tavolo dei Diritti (che già aveva diffuso una lettera appello ai sindaci dell’area metropolitana fiorentina relativa agli effetti negativi del cosiddetto Decreto Salvini) hanno condiviso la necessità di intraprendere la seguente azione che per realizzarsi ha bisogno del sostegno diffuso da parte di associazioni e singoli cittadini.
Dalle informazioni arrivateci dalle associazioni che si occupano dell’emergenza freddo ci risulta che già oggi, nella sola città di Firenze, ci sia un significativo numero di persone rimaste – per varie ragioni – fuori dal sistema di accoglienza prefettizio dei Centri di Accoglienza Straordinaria e che quindi si trovano costrette a dormire all’addiaccio.
Per questo motivo abbiamo ritenuto opportuno e doveroso creare un fondo di solidarietà per dare loro la possibilità di dormire al caldo almeno per qualche notte, anche in considerazione delle rigide temperature di questi giorni.

Abbiamo pertanto convenuto che ARCI Firenze si occuperà di gestire il conto corrente bancario su cui dovranno confluire le donazioni, mentre l’associazione Anelli Mancanti si occuperà dell’individuazione e dello smistamento dei fruitori del fondo in questione, presso ostelli o altre strutture ricettive.
Una piccola iniziativa, ma concreta, che ci auguriamo sia solo il primo passo di quel lungo percorso che dobbiamo intraprendere – singoli o associati – camminando gli uni al fianco degli altri, per la tutela e la difesa dei diritti di tutti e di ciascuno, senza distinguo basati sul luogo in cui siamo nati, sul colore della nostra pelle, sulla storia del nostro Paese o su ciò in cui crediamo.

Il Decreto Salvini rappresenta, a nostro avviso, una minaccia proprio per questi fondamentali diritti e la sua attuazione rischia, nel’’immediato futuro, di provocare conseguenze ancora più gravi.

Ti chiediamo pertanto di sostenere il progetto con una piccola donazione, versando sul conto corrente di seguito indicato una quota a tua discrezione per consentirci di dare avvio all’iniziativa e offrire così, a qualcuna delle persone costrette a dormire per strada, di trascorrere qualche notte al riparo dal gelo. Noi ci impegneremo a fornire nella massima trasparenza tutte le informazioni relative all’utilizzo dei fondi raccolti. A questo proposito ti chiediamo, una volta effettuato il bonifico per la donazione, di inviarci una copia della contabile all’indirizzo firenze@arci.it, al fine di aggiornare in tempo reale e rendere pubblica attraverso i nostri strumenti di comunicazione la lista dei Sostenitori.
IBAN: IT98E0501802800000016781007
intestato ad Arci Comitato territoriale di Firenze
causale: gestione raccolta fondi per emergenza freddo

Fiduciosi di poter contare sul contributo di tutti inviamo il più caloroso saluto.
Primi firmatari: Anelli Mancanti, ANPI Firenze, ARCI Firenze, CGIL Firenze, Libertà e Giustizia, Rete Degli Studenti Medi di Firenze.

 

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Appello alle Amministrazioni Locali per difendere e tutelare l’accoglienza ai migranti

10 Dicembre 2018

Nei giorni scorsi è stato approvato il Decreto Legge Sicurezza e Immigrazione che il Ministro dell’Interno ha prima brandito come arma contro tutti i mali del Paese, e infine scagliato contro le nostre comunità come una mannaia, rischiando di frantumarle.
Sarebbe ipocrita negare che l’Italia di oggi non stia piombando in un clima d’intolleranza e di razzismo, di violenza e – quindi – d’instabilità e insicurezza. Lo straniero non è trattato come una persona con le proprie speranze e con la propria storia che chiede di esser riconosciuto nella sua umanità e nei suoi diritti, ma un “irregolare” senza diritto alcuno, neppure quello di avere una possibilità e, verrebbe da dire, nemmeno quello di esistere.
Il Decreto Salvini rischia di azzerare il diritto d’asilo che viene relegato a casi residuali; la cancellazione del titolo di soggiorno per ragioni umanitarie poi andrà a ingrossare l’esercito di chi vive nell’irregolarità e nel disagio, aumentando i conflitti sociali.
Infine, l’accoglienza si sposta sulle grandi strutture private – quelle che tutti conosciamo grazie alle vicende del Cara di Mineo in Sicilia, oppure le inchieste di Mafia Capitale a Roma – tagliando i fondi, invece, per l’Accoglienza diffusa dell’unico Sistema pubblico di accoglienza del nostro Paese: lo Sprar (controllato dal Ministero, gestito in collaborazione con gli Enti locali e quindi sottoposto a una rigida rendicontazione). Lo Sprar, oltre a creare migliaia di posti di lavoro in tutta Italia, ha finora permesso di avviare i rifugiati e i richiedenti asilo in percorsi di autonomia con corsi di lingua e tirocini lavorativi, ha contribuito a far crescere le economie dei territori e a ripopolare paesi. Anziché valorizzare una simile esperienza, il Ministro dell’Interno la mette alla porta e ne criminalizza l’espressione più famosa, ovvero il “modello Riace”, criminalizzando con esso quanti credono nella solidarietà, nella tutela dei diritti, della libertà e della partecipazione.

Contrariamente a quanto indicato dal Governo riteniamo necessario sostenere e dare continuità alle esperienze dei centri SPRAR dai quali rischiamo un processo di svuotamento di coloro che perderanno la protezione a causa della nuova normativa. Occorre per questo immaginare comunque percorsi di presa in carico verso questa tipologia di persone, così come servono risposte ai tanti che, concluso il percorso di accoglienza, non hanno ancora raggiunto condizioni di autonomia.
Pare proprio che il Governo non voglia invece promuovere nessun tipo d’integrazione, di inclusione e formazione per chi arriva, ma abbia interesse solo a marginalizzare migliaia di persone su cui poi riversare ogni colpa e sulla cui pelle costruire consenso: una vera e propria strumentalizzazione del disagio e della sofferenza che mina i principi di civiltà e di convivenza.
Il Paese non può uscire indenne da tale imbarbarimento se non lo si argina subito, e forse siamo già in ritardo. Non si può permettere che le conquiste di anni di lotte, di rivendicazioni, siano cancellate.

Riteniamo necessario lanciare un segnale chiaro, da parte di chi vuole crescere e vivere in un paese in cui le comunità si reggano sul rispetto dei diritti e sull’uguaglianza delle opportunità, e non l’odio e la sopraffazione.
Ognuno di noi deve sentire su di sé l’impegno a contrastare il discorso d’odio che sottende alla politica del Governo. Non lasciamo che la sottocultura di stampo fascista e xenofoba, con il suo corollario di ignoranza e di violenza, continui a propagarsi; non permettiamo che chi ci governa cancelli diritti e alzi muri tra le persone.

Difendiamo i diritti umani, la solidarietà, l’antirazzismo, l’antifascismo, su cui la nostra Costituzione si fonda e riscopriamo il senso profondo dell’impegno attivo nelle nostre comunità: è solo così che si contrastano la solitudine e le paure di cui la propaganda xenofoba si nutre a proprio vantaggio, ma a discapito della libertà e del futuro di tutti e di ciascuno di noi.

Chiediamo per questo alle associazioni, alle istituzioni scolastiche e universitaria, ai singoli cittadini l’impegno per sostenere una efficace integrazione e perché tutti, pur nella diversità dei propri ruoli, si mettano a disposizione per un impegno concreto che definisca strumenti di ospitalità per tutte e tutti. E soprattutto chiediamo alle Amministrazioni locali che il sistema dell’accoglienza diffusa venga difeso e rafforzato (nel rispetto di chi vi lavora e di chi viene ospitato), nonostante il Decreto voluto dal Ministro Salvini e con la prospettiva di uscire dalla logica emergenziale per avanzare un modello ordinario e regolamentato di accoglienza. Occorre per questo confrontarsi sul tema di come difendere e rilanciare l’accoglienza diffusa del “modello Toscano”. Per questo serve un investimento nella qualità del servizi che si debbono attestare su standard di accreditamento regionali con parametri sulle strutture e sui servizi erogati e pertanto sul lavoro. Siamo convinti che una possibile strada potrebbe essere un’integrazione da parte delle istituzioni locali e regionali di servizi socio educativi e socio sanitari utili all’integrazione, e di servizi di orientamento al lavoro contro lo sfruttamento lavorativo dei migranti.

Per tutte le ragioni sopra espresse riteniamo necessario prima di tutto che la Prefettura di Firenze ritiri le tre circolari entrate in vigore dal 1 novembre, che non sono semplici provvedimenti amministrativi bensì segnali di criminalizzazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo, e chiediamo che i sindaci tutti si attivino creando le condizioni di una collaborazione per impedire che l’accoglienza verso i richiedenti asilo si trasformi in una emergenza sociale e di sicurezza e per immaginare come nel mutato quadro normativo si possano strutturare servizi all’accoglienza.

Primi firmatari:
Anelli Mancanti Firenze, Arci Firenze, A.R.C.O. Scandicci, Aned Firenze, Anpi Firenze, Basta morti nel mediterraneo, Rete degli Studenti Medi Firenze, CGIL Firenze, Comunità islamica di Firenze e Toscana, Confraternita Misericordia di Tavarnelle, Coop. CAT, Coordinamento antimafia di Firenze, Coordinamento democrazia costituzionale, C.O.R.P.I., Cospe, Diaconia Valdese, Flc-CGIL Firenze, Fondazione Andrea Devoto, Fp-CGIL Firenze, Giuristi Democratici, Ipartecipate, Istituto Gramsci Toscano, Le antropologiche, Le case Onlus, Le Mafalde, Libera Toscana, Libertà e Giustizia, Oxfam, Progetto Accoglienza, Refuges Welcome Toscana, Rete Antirazzista Firenze, Rivista “Il grande vetro”, Ronda della carità, Sesto Pacifista e Solidale, UDU Firenze

Forza Nuova “assedia” la sede dell’ANPI

9 Dicembre 2018

Ieri Forza Nuova ha “assediato” la sede dell’ANPI Nazionale.
Fumogeni e uno striscione delirante portati lì da Castellino, responsabile romano del micropartito fascista di Roberto Fiore. Un copione simile a quello già visto il mese scorso a Torino.

Giuliano Castellino ce lo ricordiamo questa estate, agli arresti per aver truffato il sistema sanitario nazionale intascandosi 1.3 milioni di euro di rimborsi per la vendita di prodotti per celiaci. Certo, non è una fuga all’estero per reati collegati al terrorismo come quella di Fiore, ma diamogli tempo.

Non di meno le intimidazioni di questi ed altri neofascisti e neonazisti non possono passare sotto silenzio. È in atto un attacco ai valori fondanti della convivenza civile nel nostro paese che viene portato avanti alternando modi melliflui e azioni squadriste tanto da Forza Nuova quanto da CasaPound e dagli altri gruppi dell’estremismo antidemocratico.

Se l’ANPI è la prima della lista sono già stati annunciati i prossimi obiettivi. Ovviamente fra questi ci sono libertà di stampa, magistratura e forze dell’ordine.

L’ANPI di Firenze abbraccia le compagne ed i compagni della sede nazionale, consapevole del lungo lavoro che deve essere fatto e senza alcun timore dell’essere in prima linea. Non ci tireremo indietro proprio ora, sono 70 anni che siamo in prima linea nella difesa della Costituzione.

Dalla stampa: roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_dicembre_08/roma-striscione-forza-nuova-a-sede-anpi-simbolo-potere-bbd23c34-fb0c-11e8-9a80-9105c7a1d976.shtml

Un altro passo indietro

30 Novembre 2018

Nonostante gli appelli di varie forze politiche e di associazioni democratiche, prima fra tutte l’ANPI, in cui si chiedeva la sospensione del cosiddetto “Decreto Salvini”, ieri è stata approvata dal Parlamento, in via definitiva, una Legge sulle materie di sicurezza e l’immigrazione in cui il diritto costituzionale dell’accoglienza viene spudoratamente calpestato spingendo il nostro Paese fuori di un sistema di vera democrazia, stracciando i principi fondamentali sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

“Con l’approvazione del decreto sicurezza si stravolge di fatto la Costituzione e l’Italia entra nell’incubo dell’apartheid giuridico. È davvero incredibile che sia accaduto un fatto simile, che sia stato sferrato un colpo così pesante al diritto di asilo, all’accoglienza, all’integrazione”, ha affermato la nostra Presidente Nazionale Carla Nespolo.

Parole che l’ANPI Provinciale di Firenze condivide pienamente e sottoscrive.


Il comunicato della Presidente nazionale ANPI, Carla Nespolo: anpi.it/articoli/2108/litalia-nellincubo-dellapartheid-giuridico

CasaPound è un pericolo per la sicurezza di tutti i cittadini

22 Novembre 2018

Svicolano, si contraddicono, negano sfacciatamente i fatti. Insomma CasaPound si comporta come al suo solito.
Solo acrobazie logiche e, giusto per usare un eufemismo, un’idea estremamente “elastica” della coerenza possono permettergli di dichiararsi, nelle parole del loro leader Simone Di Stefano al Corriere della Sera, apertamente fascisti ed eredi della Repubblica Sociale Italiana e al contempo sottoscrivere di non professare comportamenti fascisti.
La continuità nelle dichiarazioni di fascismo da parte di tutti i maggiori esponenti di CasaPound è già abbastanza da chiedersi se la loro firma sull’atto fiorentino non sia di fatto una falsa dichiarazione in atto pubblico.

Ma questa è solo metà della faccenda.
L’altra metà è quella raccontata dalle denunce e dagli arresti a carico dei militanti di CasaPound. Un partito con una base di iscritti così piccola e che colleziona 359 denunce e 20 arresti fra il 2011 e il 2015 è un pericolo per la sicurezza di tutti i cittadini.
Dal 2015 ad oggi quei numeri si sono ulteriormente gonfiati, come a metà di quest’anno a Torino dove a seguito di una perquisizione della loro sede ci sono stati sei denunce ed un arresto. Il questore in quella occasione ha dichiarato: “Lavoriamo per garantire la sicurezza, ma ci troviamo di nuovo davanti a persone che si pongono come soggetti politici e agiscono come delinquenti”. E poi meno di due mesi fa l’aggressione con mazze e cinghie a Bari.
E ancora dobbiamo ricordare a tutti chi era Gianluca Casseri, l’autore dei due omicidi e dei tre ferimenti a Firenze?
Le affannate dichiarazioni di CasaPound a Firenze, le accuse demagogiche e il poco degno vittimismo sono solo una maschera che nasconde questo. Questo e molto altro: chiunque può farsi un giro sul web alla ricerca di tutte le volte che CasaPound è stata protagonista di inquietanti fatti di cronaca.

L’ANPI di Firenze richiede con forza alle istituzioni vigilanza sui valori costituzionali, su cui si fonda la convivenza civile del nostro Paese: che non permettano che vengano aggirati come appena successo.