IL CORAGGIO DEL “NO” La resistenza silenziosa degli Internati Militari Italia

19 Gennaio 2014 Lascia un commento »

 Una mostra a cura di Ilaria Borsieri e Yuri Materassi —-dal 27 Gennaio al 09 febbraio 2014, presso la Galleria IAC, Via della Croce 41, Impruneta (FI)
INAUGURAZIONE PER IL GIORNO DELLA MEMORIA, lunedì 27 gennaio, ore 19.00, Ingresso libero. apertura: gio-ven 16-19, sab-dom 10-19

 Il 27 di gennaio prende il via la mostra Il Coraggio del “NO”, che vuol accendere una luce sulla vicenda ancora troppo sconosciuta degli Internati Militari Italiani (I.M.I.). La mostra, curata da Yuri Materassi e Ilaria Borsieri, entrambi nipoti di due I.M.I., sarà inaugurata lunedì 27 gennaio, in occasione della Giornata dellaMemoria, presso la Sala espositiva IAC, in Impruneta. Oltre agli Autori Yuri ed Ilaria hanno contribuito alla realizzazione della mostra l’ANRP (AssociazioneNazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione e loro familiari), il Comune di Impruneta, ’Associazione ART.ART. di Impruneta e l’Istituto Parri di Bologna, che ha messo a disposizione la documentazione fotografica di Vittorio Vialli.

Alla serata di inaugurazione, che si svolgerà a partire dalle ore 19, saranno presenti, oltre agli Autori e ai rappresentanti delle varie Associazioni, il Vicesindaco Joele Risaliti e la Filarmonica Giuseppe Verdi di Impruneta.
Al termine dell’inaugurazione verrà offerto un piccolo buffet-aperitivo. Sinossi della mostra Il Coraggio del “NO”
Che valore può avere un “NO”? Quello che pronunciarono gli oltre 600.000 militari italiani che si rifiutarono di aderire al nazifascismo, sicuramente aveva un valore
altissimo. Un valore di “libertà”, che pagarono sulla loro pelle con la prigionia e inmolti casi con la morte.
Quelle di questa mostra sono due storie d’internamento, narrate attraverso gli sguardi e i ricordi dei nipoti di chi fece quella scelta così coraggiosa. C’è la storia di Elio e quella di Mariano.
Elio fu catturato a Milano, quando era ancora militare, e costretto prigioniero prima in Polonia, poi in Germania. Elio aveva con sé un diario, pezzi di carta, e su quelle pagine fissò la memoria di scene atroci e vita quotidiana da prigioniero. Suo
nipote, Yuri, dopo oltre 60 anni è tornato in quegli stessi luoghi, da uomo libero, e ha provato a raccontare la storia di suo nonno attraverso lo sguardo della sua macchina fotografica, trasferendo in immagini una storia di sofferenza ma anche di
speranza.
Poi c’è la storia di Mariano che fu catturato in Grecia con il suo reggimento, disarmato, fatto prigioniero dai tedeschi e prima internato nel Lager di Sandbostel e poi a Kiel.
Uomo di forte tempra, solare e positivo, non ha mai perso la speranza, nonostante le sofferenze patite di poter tornare vivo a casa e di un futuro di pace.
Sua nipote, Ilaria, ha iniziato quattordicenne un percorso di studio personale su internamento e deportazione non solo per un bisogno di comprendere la storia ma anche e soprattutto per capire come essa influenzi il nostro presente ed il futuro e
per permettere alla memoria delle atrocità passate di rimanere viva e di insegnare alle giovani generazioni i valori che suo nonno ha trasmesso a lei.
Infine, completano la mostra un’introduzione alla storia degli I.M.I. curata dall’ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione e loro familiari) e un breve video con fotografie d’epoca di
Vittorio Vialli, il terzo I.M.I. di questa mostra e, se volete, la terza storia di un coraggioso “NO”.

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